Sanshiro Sugata (1943) di Akira Kurosawa [3di7]

Si consiglia la lettura dei precedenti post relativi a questo film, partendo da
#ScenaMemorabile 1 di "Sanshiro Sugata" (1943) di Akira Kurosawa


#ScenaMemorabile 3 (20m): Sanchiro nello stagno trova la Via

Dopo un lungo periodo di addestramento, Sanchiro è diventato un abile judoka ma è un attaccabrighe, se ne va in giro senza meta a dare sfoggio della propria forza, senza seguire un'etica o uno stile di vita.

Il maestro Yano, saputo del comportamento del suo allievo, lo sgrida aspramente, i loro judo sono molto differenti, perché Sanshiro non segue "la retta Via", non ha umanità, gli dice:

E' la ricerca della verità che governa la natura e il mondo.

Solo conoscendo questo principio si può morire in pace.

E' la vera essenza della vita e lo stesso è il judo.

Sanshiro si dice pronto a morire se il maestro glielo ordina, ma Yano non gli crede, così il giovane allievo si tuffa nel vicino stagno e al centro di esso si attacca a un palo legno (che rappresenta il suo attaccamento alla vita); rimarrà nello stagno tutto un giorno e una notte, fino all'illuminazione.

Andiamo a vedere alcune inquadrature, organizzate in cinque parti:
1. Sanshiro nello stagno
2. Dal giorno alla notte
3. Nella dimora del maestro Yano
4. Il monaco
5. L'illuminazione


Parte 1 - Sanshiro nello stagno

In questo primo insieme di 4 inquadrature Kurosawa ci fornisce tutti gli elementi per comprendere la nuova ambientazione e dove sono collocati i personaggi:

1. Sanshiro è al centro del piccolo stagno, lo vediamo subito dopo essersi lanciato dentro, attaccato a un palo di legno; è un campo medio che ci mostra il protagonista e diversi elementi dell'ambiente: l'acqua torbida, le piante che vi vivono, la cornice che racchiude lo stagno; Sanchiro sta guardando leggermente verso destra e in alto, dove vediamo parte della pavimentazione in legno, al di fuori della stanza del maestro da cui è appena uscito, è quindi chiaro che sta cercando con lo sguardo il maestro con cui ha appena discusso;

2. il maestro Yano si affaccia alla porta della sua stanza sullo stagno a guardare Sanchiro, rispondendo quindi con un controcampo, in campo medio, guardando leggermente a sinistra verso il basso, così raccordandosi perfettamente con lo sguardo dell'allievo; sarebbero sufficienti queste due inquadrature per far funzionare la scena ma Kurosawa ci fornisce altri elementi di contorno, nelle prossime due inquadrature, che permetteranno di rendere la scena ancora più interessante;

3. i primi inconsapevoli spettatori della scena sono gli altri due allievi del maestro Yano, essi si trovano già all'esterno, vicino allo stagno, sopra un ponticello che sembra collegare due abitazioni; è un campo medio che si colloca in alto, dietro Sanshiro, lo capiamo perché i loro sguardi sono verso il basso e a sinistra, a guardare sorpresi il loro compagno; nella parte bassa dell'inquadratura la vegetazione ci conferma la presenza dello stagno; 

4. l'ultimo degli spettatori ad entrare in scena, richiamo dal rumore del tuffo di Sanshiro, è il monaco che si posiziona perfettamente al centro della propria inquadratura, rimanendo sulla pedana di legno della propria abitazione; è un campo medio in cui otteniamo un'immediata collocazione del personaggio e del "palco" da cui parlerà con Sanshiro; dal suo sguardo verso destra e verso il basso capiamo che si trova dietro a Sanshiro, in alto, leggermente a sinistra.   



Abbiamo quindi una descrizione completa dell'ambiente: 
- Sanshiro al centro, 
- il maestro Yano a destra, 
- i due allievi in alto, leggermente  a destra, 
- il monaco in alto a sinistra.
Uno scenografo non avrebbe bisogno di altre indicazioni per allestire una scena teatrale che è visivamente splendida, intelligentemente composta e sicuramente interessante.


Parte 2 - Dal giorno alla notte
Il maestro Yano è tornato nella propria stanza, arrabbiato, sbattendo la doppia porta a scorrimento (denoninata"Shoji"). A questo punto Kurosawa, per descriverci il passare del tempo, il giorno che sifa notte, utilizza 2 inquadrature identiche:

1. nella prima inquadratura vediamo la stanza del maestro Yano, di giorno; 
la luce diurna illumina l'ambiente esterno circostante;

2. nella seconda inquadratura vediamo la stanza del maestro Yano, di notte;
il buio avvolge ogni cosa, all'interno della stanza qualcuno ha acceso una luce che traspare lievemente dalle pareti leggere di carta di riso e legno.



Kurosawa passa dalla prima alla seconda inquadratura sfumando da una all'altra e in questo modo rendendo evidente che si tratta della stessa inquadratura e così sottolineando il tempo che è passato (in questo caso il passaggio dal gioro alla notte).


Parte 3 - Nella dimora del maestro Yano
Attirati da quella luce che avevamo visto accendersi nel passaggio dal giorno alla notte, ci spostiamo all'interno della dimora del maestro Yano.

1. La prima inquadratura è proprio quella che ci mostra la sorgente luminosa, la lampada del maestro Yano che vediamo seduto a terra, in stile giapponese, scrivere al proprio tavolino basso; è una mezza figura del maestro, che vediamo di profilo, descritto come uomo di intelletto, oltre a essere un grande maestro di judo. A questo punto c'è un movimento di macchina (mdm) orizzontale, da sinistra verso destra, che ci porta direttamente alla seconda inquadratura di questo gruppo.

2. La seconda inquadratura ci mostra i due allievi del maestro, alle sue spalle nella stessa stanza, in silenzio, dediti a rammendare alcuni vestiti (sia l'ambientazione che questi comportamenti ci permettono di capire lo stile di vita spartano condotto nella scuola di judo). Lo sguardo dei due allievi si alza dai propri compiti, si sposta verso la portafinestra che dà sullo stagno, dove intuiamo sia ancora Sanshiro, e poi verso il maestro, a cui rivolgono la richiesta di perdono per il proprio compagno.



3. Nella terza inquadratura ritorniamo sul maestro in un controcampo e qui accade qualcosa di particolare. Si noti che nella prima inquadratura di questo gruppo, eravamo di fianco al maestro e ai suoi allievi, abbiamo visto il primo intento a scrivere dando le spalle ai due giovani, e vedevamo il lato sinistro del duo viso; ora ci troviamo invece dietro al maestro, che vediamo più vicino, quasi come mezzobusto, egli gira il viso leggermente a favore di macchina e noi vediamo il lato destro del suo viso. Sembrerebbe quasi una soggettiva di uno dei due allievi e, in questo caso, potrebbe essersi verificarsi uno scavalcamento di campo; non è così, lo scopriamo nella successiva inquadrtatura.

4. La quarta inquadratura è una semisoggettiva centrale ai due allievi, che vediamo come mezze figure sedute, vi è un duplice raccordo con la precedente inquadratura, il primo è un raccordo sull'asse e il secondo è un raccordo di movimento (sulla rotazione della testa che compie il maestro). Se la mdp fosse stata una semisoggettiva dell'allievo di destra, tenuto sulla sinistra, avremmo avuto uno scavalcamento di campo ma in questo modo ciò non solo è stato evitato ma le inquadrature sono state raccordate con grande efficacia (sebbene ci sia una leggera ripetizione sul movimento che compie il maestro girando la testa). L'inquadratura è molto ben composta, con la luce coerentemente posta a destra che proietta l'ombra del maestro sulla parete a sinistra, e ci permette di vedere dall'angolazione migliore come il Yano, con pazienza, durezza e autorità, spiega ai suoi allievi che Sanshiro sta riflettendo, non morirà, e per questi motivi non interverrà. 




"Uscirà quando sarà pronto" preannuncia il maestro Yano.

Ci sentiamo anche noi come uno dei suoi allievi, proprio perché in quest'ultima inquadratura Kurosawa mette lo spettatore alle spalle degli allievi e il punto di vista è il loro.


Parte 4 - Il monaco
Ritorniamo all'esterno, dal nostro protagonista.
 
1. Sanshiro è ancora immerso nello stagno, attaccato al palo, nell'oscurità della notte, illuminato solo dalla fioca luce dell'abitazione vicina. E' un campo medio che ci permette di vedere nel riflesso dello stagno una figura muoversi; qualcuno comincia a parlare

"Allora, giovane orgoglioso! Stai comodo?"

Movimento di macchina (mdm) verso l'alto, richiamato dalla voce, vediamo che quella figura che si muoveva nel riflesso è quella del monaco che è entrato in scena e irride Sanshiro con ironia. Lo guarda dall'alto in basso (in tutti i sensi), il suo sguardo è leggermente diagonale verso sinistra su Sanchiro presente nella composizione di insieme. 

2. Nella seconda inquadraura di questo gruppo, abbiamo un controcampo su Sanshiro immerso nello stagno che guarda il monaco e gli risponde con testardaggine. Il suo sguardo è verso destra, leggermente in alto, a raccordare perfettamente la precedente inquadratura e la successiva. La luce proviene coerentemente da destra, dalla dimora del monaco, a illuminare bene il viso e il braccio di Sanshiro.




3. Terza inquadratura, ritorniamo sul monaco; siamo più vicini a lui, che vediamo come figura intera, il suo sguardo è verso sinistra, a raccordarsi con quello di Sanshiro. Sullo sfondo la portafinestra in quadretti di carta di riso e legno, in stile giapponese ("shoji"), illuminata dalla luce interna che ci fornisce un ottimo contrasto dietro il monaco.

Il vecchio prende in giro la testardaggine di Sanshiro e gli fa notare il suo attaccamento alla vita rappresentato da quel palo di legno senza il quale morirebbe inghiottito dal fango.

4. Infine il monaco fa notare al judoka la luna piena, che gli farà compagnia, ed esce di scena, raggiungendo l'entrata nella sua dimora (lo seguiamo con un mdm orizzontale verso destra) e lasciando la sua ombra sullo shoji che richiude.





Parte 5 - L'illuminazione
Sanchiro osserva la luna piena: le parole del monaco hanno avuto effetto, egli infatti non funge da elemento disturbante quanto piuttosto da scossa che permetta a Sanchiro di completare la propria riflessione nella giusta direzione, a completamento delle parole del maestro. 

Sanshiro in questa ultima parte riflette quindi immerso nella natura:
- osserva la luna tra gli alberi (su cui la mdp si sposta con un movimento che segue verso l'alto la direzione del suo sguardo); stacco;
- una rana gracida su una grande foglia dello stagno tra le gocce di rugiada; stacco;
- foglie di loto galleggiano sull'acqua; stacco;
- altre foglie di loto dello stagno; stacco;
arriviamo alla parte più interessante.

1. si parte da un'inquadratura simile alle precedenti, con altre piante dello stagno, nell'oscurità, in sottofondo il gallo canta ad avvisare che la notte è ormai finita e sta per albeggiare, la mdp compie un primo movimento verso destra a tornare su Sanshiro, che sembra stanco, quasi addormentanto, sebbene ancora ostinatamente attaccato al palo di legno; egli si desta, si guarda attorno, qualcosa attira la sua attenzione; secondo mdm a retrocedere ed allargare l'inquadratura, entra in campo un fiore bianco;

2. controcampo sul fiore di loto bianco, che sembra quasi illuminare l'inquadratura con il suo colore chiaro; questa inquadratura è una soggettiva di Sanchiro, vediamo ciò che lui sta vedendo, raggiungiamo con lui una sorta di illuminazione, sottolineata da un motivo musicale molto indovinato.
Perché il fiore di loto ha questo effetto su Sanchiro?
Nella cultura giapponese il fiore di loto ("hasu") è simbolo di purezza e di risveglio spirituale e questo è proprio ciò che avviene in Sanshiro, la delicatezza del fiore e la sua esistenza effimera portano Sanshiro, attaccato alla vita (e al palo di legno), a comprendere meglio le parole del maestro, a ritrovare la propria umanità e quindi a ritrovare la "Via" (che non può che essere "retta via").


3. Sanshiro esce dallo stagno chiamando il proprio maestro ("Sensei" in giapponese), il quale esce immediatamente e per primo dalla propria camera (come se stesse aspettando con trepidazione il "risveglio" del suo allievo), seguito dai due allievi e poi dal monaco che assieme vanno a ricomporre in modo molto scenografico la visione di insieme iniziale:
- Sanshiro al centro, in ginocchio verso destra dove si trova il maestro;
- a destra, in alto, il maestro Yano;
- al centro, in alto, sul ponticello, i due allievi più giovani;
- a sinistra, in alto, il monaco;
questi quattro spettatori dall'alto delle loro posizioni guardano Sanshiro, rendendolo di fatto il centro catalizzatore dell'intera composizione.


Non è necessario, per Kurosawa, aggiungere altri elementi o dialoghi, tutte le descrizioni che hanno preceduto questo momento ci hanno preparato a comprendere il sentimento che agita ognuno dei personaggi. 
Splendida scena, brillante, anzi, illuminata. 


Vocabolario Giapponese: shoji, hasu, sensei
Vocabolario Cinefilo: campo e controcampo, macchina da presa, mdp, scavalcamento di campo, raccordo sull'asse, raccordo di movimento, mezza figura, mezzo busto, figura intera, movimento di macchina (mdm), stacco

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