Sanshiro Sugata (1943) di Akira Kurosawa [2di7]

Si consiglia la lettura del precedente post relativo a questo film 
#ScenaMemorabile 1 di "Sanshiro Sugata" (1943) di Akira Kurosawa


#ScenaMemorabile 2 (12m30s): il passare del tempo sullo zoccolo di legno.

Un espediente utilizzato da molti registi per raccontare allo spettatore il passare del tempo, è quello di mostrare le diverse stagioni ed eventi meteorologi mantenendo l'inquadratura costante (su una persona o un animale, su un luogo o, come in questo caso, su un oggetto). L'oggetto protagonista di questa scena è lo zoccolo infradito di legno tipico giapponese ("Geta") abbandonato da Sanshiro nel momento in cui decide di divenire discepolo del maestro (proprio alla fine della scena precedente).

Prima di tutto lasciatemi dire che questo espediente, anche se da alcuni oggi potrebbe essere considerato banale, è utilizzato qui da Kurosawa con molta sapienza: il ragazzo abbandona gli zoccoli di legno perché si presta come autista del risciò per portare a casa il maestro, deve correre a piedi nudi, non sa dove metterli e decide che è più importante per la sua vita intraprendere quella via, piuttosto che conservare quella comodità, sta quindi gettando la sua vecchia vita e il suo passato per un cambiamento radicale; ciò viene colto dal saggio maestro che ride letteralmente sotto i baffi e viene evidenziato da Kurosawa anche da un effetto sonoro che avvia la colonna sonora di questa scena.

Vediamo le sette inquadrature di cui è protagonista lo zoccolo di legno:

  • Inquadratura 1: lo vediamo per terra vicino a una delle ruote del risciò, guidato da Sanshiro e con sopra il maestro Yano, che stanno lasciando il luogo del combattimento;
  • Inquadratura 2: per terra su un lato, la gente vi cammina attorno;
  • Inquadratura 3: sotto la pioggia;
  • Inquadratura 4: un cagnolino lo trova e ci gioca;
  • Inquadratura 5: infilzato su un cancello di ferro;
  • Inquadratura 6: fermo in un corso d'acqua;
  • Inquadratura 7: trascinato lungo il corso d'acqua.


La prima e l'ultima inquadratura sono le uniche che presentano dei movimenti di macchina mentre le altre sono tutte fisse; ciò è fatto per raccordare in maniera efficace il racconto: nella scena precedente il risciò parte, la mdp scende e si ferma sullo zoccolo, rimaniamo sullo zoccolo per sette inquadrature mentre il tempo passa, nell'ultima inquadratura la mdp segue lo zoccolo e ci riporta da Sanshiro, che ritroveremo cambiato dopo tutto il tempo passato.

Era essenziale questa serie di inquadrature? Sarebbe bastato uno stacco, anche senza raccordi tra inquadrature e, vedendo il protagonista cambiato, l'ellissi temporale sarebbe stata evidente. Eppure trovo questa soluzione più elegante, permette allo spettatore di respirare dopo quel combattimento di 5 minuti (si veda scena memorabile precedente) e di stimolare la sua curiosità, infatti è inevitabile porsi la domanda: che sarà successo nel frattempo al nostro protagonista? 
Si tratta di ritmo e Kurosawa sa decisamente tenere il tempo (filmico).


Vocabolario Giapponese: risciò, geta
Vocabolario Cinefilo: scena, inquadratura, macchina da presa (mdp), movimenti di macchina, stacco, colonna sonora, ellissi temporale, ritmo filmico, tempo filmico

Commenti

Post popolari in questo blog

Sanshiro Sugata (1943) di Akira Kurosawa [1di7]

Figlio Unico (1936) di Yasujirō Ozu