Sanshiro Sugata (1943) di Akira Kurosawa [5di7]
#ScenaMemorabile 1 di "Sanshiro Sugata" (1943) di Akira Kurosawa
Questo post contiene descrizioni dettagliate di una scena del film in oggetto,
è quindi implicito il rischio SPOILER per chi non lo avesse mai visto.
#ScenaMemorabile 5 (45m): L'incontro con la figlia di Murai
Sanshiro incontra una ragazza per le scale del tempio, la vede in difficoltà e l'aiuta, i due si innamorano.
Questa è, secondo me, una delle scene più romantiche della storia del Cinema.
Ci sono 3 parti (o atti) fondamentali:
Parte 1 - Sanshiro incontra la ragazza;
Parte 2 - La pioggia intanto cade;
Parte 3 - Sanshiro se ne va.
Vediamo la scena e poi analizziamo ognuna delle tre parti..
Parte 1 - Sanshiro incontra la ragazza
La scena comincia con Sanshiro che scende le scale dal tempio, nota la ragazza ferma e in difficoltà, così decide di fermarsi per aiutarla. Vediamo le inquadrature che compongono questa prima parte.
Inquadratura 1
Nell'inquadratura 1, Sanshiro scende le scale dal tempio con l'ombrello aperto in mano, per ripararsi dalla pioggia leggera; lo vediamo entrare in campo da sinistra, a figura intera, e muoversi verso destra. La luce è piuttosto soffusa ma le ombre ci permettono di capire che la sorgente luminosa è a da destra.
Siamo arrivati a questa inquadratura con una transizione di tipo "Wipe", dove un'inquadratura spazza via la precedente, in questo caso dall'alto verso il basso (anche nei film di "Star Wars" di George Lucas, che tanto ammira Akira Kurosawa, ritroveremo questo effetto per passare da una scena all'altra).
Una volta che Sanshiro ha raggiunto il centro dell'inquadratura esita, perché ha visto qualcuno o qualcosa poco più avanti, poi riprende a camminare, la macchina da presa (mdp) che fino a quel momento era rimasta ferma, ora lo accompagna, con un movimento di macchina (mdm) che è una carrelleta laterale alle scale, leggermente avanzata per permettere di avere il viso di Sanshiro sempre a favore di macchina.
Sanshiro raggiunge la ragazza, che è ferma china su se stessa; uno zoccolo di legno ("Geta") è appoggiato su uno dei piccoli piloni di fianco alla gradinata; Sanshiro esita un attimo, i due si guardano per un breve istante, l'inquadratura si allarga per contenerli entrambi e si ferma su di loro; Sanshiro procede ma poi si ferma, chiude l'ombrello, si volta e lo appoggia sulle scale, ha deciso di aiutare la ragazza. Sanshiro e la ragazza si scambiano alcune frasi di circostanza, sorridendosi; da notare che questo dialogo non arricchisce particolarmente il contenuto, le immagini ci danno tutte le informazioni per capire cosa stia succedendo; se fosse stato un film muto, la scena avrebbe comunque funzionato, anche senza didascalia.
Sanshiro strappa un pezzo di stoffa per aggiustare il sandalo della ragazza, si è infatti rotta la stringa ("Hanao") che serve per portare questi zoccoli tipici giapponesi come infradito. Nel momento in cui l'uomo allunga il braccio per prendere lo zoccolo, anche la donna fa per prenderlo e le loro mani si sfiorano, lei la ritrae timidamente. La ragazza continua a sorridere, lui non sorride più.
Una melodia di sottofondo, incerta ma delicata, accompagna splendidamente questo primo incontro.
Sanshiro prende lo zoccolo e si china verso il basso per aggiustarlo. Stacco.
Inquadratura 2
Sanshiro si china verso il basso per aggiustare lo zoccolo di legno, c'è un raccordo di movimento con la precedente inquadratura. Siamo più vicini a loro, sulle scale, ma vediamo solo lui a figura intera, accovacciato vicino alla parte inferiore di lei, contraddistina dal kimono e da un solo zoccolo, su cui la donna si appoggia probabilmente anche con l'altro piede, per non bagnarsi.
Sanshiro si accorge di questa scomoda situazione in cui si trova la donna e, da vero gentiluomo, prende il proprio fazzoletto, lo piega un paio di volte e lo distende a terra, invitando la donna ad appoggiare il piede libero, in attesa che lo zoccolo sia aggiustato. Un secondo gesto gentile dell'uomo, che si aggiunge al primo. La donna esita, Sanshiro tocca il fazzoletto due volte per invitarla ad appoggiare il piede, alza lo sguardo verso di lei; seguendo questo movimento e questo sguardo, si alza anche la mdp nella stessa direzione, avvicinandosi a lei, prima in un piano americano, poi in una mezza figura, infine in un mezzo busto, ad inquadrare il viso di lei, imbarazzato ma (sembrerebbe) lusingato.
Cosa sta succedendo? Deve accettare? Chi è quest'uomo gentile che si preoccupa così tanto per lei?
Sembrerebbero questi i suoi pensieri (o forse sono quelli che lo spettatore vorrebbe che fossero?)
La ragazza guarda Sanshiro, sposta l'ombrello che in questo modo le va a coprire il viso; la mdp così come aveva fatto poco prima, salendo, ora scende seguendo il movimento e la direzione dello sguardo della donna, capiamo così che quel gesto è per riparare Sanshiro dalla pioggia, sotto cui si è posto per aiutarla. Gentilezza per gentilezza. Ritornati su Sanshiro, lo vediamo armeggiare abilmente con il pezzo di stoffa per aggiustare l'hanao del geta. Stacco.
Si noti che tutta questa prima parte è stata fatta con due sole inquadrature e con degli abili ed eleganti movimenti di macchina (mdm).
Parte 2 - La pioggia intanto cade
A questo punto Kurosawa rallenta il ritmo della scena: lo fa per dare il tempo a Sanshiro di compiere il suo intervento o per dare tempo ai due giovani di innamorarsi? (o per dare il tempo a noi spettatori di desiderare che questo accada?) In ogni caso, funziona alla grande.
Come già fatto in altre occasioni (si veda per esempio la #ScenaMemorabile 2), Kurosawa racconta il passare del tempo con alcune inquadrature statiche, in questo caso accompagnate dalla dolce musica di sottofondo, perfetta per sottolineare il momento.
Inquadratura 3
La pioggia cade. Vediamo nell'inquadratura 3 l'ombrello di Sanshiro, chiuso, appoggiato sulle scale. Notate come questa semplice fotografia sia composta con cura e come anche le ombre vadano a dare un loro contributo nel risultato estetico finale, fatto di linee rette orizzontali, verticali ed oblique che si intersecano. Stacco.
Inquadratura 4
La pioggia cade. Vediamo nell'inquadratura 4 parte dell'ombrello della ragazza, aperto, e al di là di quello, coerentemente, lo sfondo oltre le scale e niente altro. Questa seconda inquadratura statica segue in modo molto interessante la precedente: Kurosawa ci mostra prima una composizione studiata con diverse linee rette e poi vi contrappone questa, dove dominano le forme circolari. Nel frattempo sappiamo che i due ragazzi sono là, sotto quell'ombrello che li ripara dalla pioggia. Stacco.
Inquadratura 5
La pioggia cade. Vediamo nell'inquadratura 5 una parte del portale d'accesso ("torii" o, per essere ancora più precisi, "munetada torii") che immette al tempio. Questa terza inquadratura parte come statica ma poi Kurosawa effettua quella che sembrerebbe una "carrellata aerea" che si allarga e ci mostra i due ragazzi, ancora sulla scala verso il tempio, al di là della staccionata. E' un campo medio molto interessante che ci anticipa l'uscita di scena di Sanshiro. Ritorniamo così da loro, perché Sanshiro ha finito il suo intervento di riparazione dello zoccolo di legno (e i due cuori sono maturi al punto giusto). Si alza. Stacco.
Parte 3 - Sanshiro se ne va
Sanshiro ha finito il proprio intervento sul geta e decide di andarsene; tanto è stato valoroso e forte nelle scene di combattimento precedenti, tanto risulta impacciato in questo frangente con il gentil sesso.
Vediamo come.
Inquadratura 6
Si noti come Kurosawa riesca a far vivere le emozioni allo spettatore, che si immedesima prima in un personaggio e poi nell'altro: ci sono tanti momenti in cui non sono le parole a spiegarci ciò che accade ma la dinamica tra i due personaggi, i piccoli gesti, le espressioni, gli sguardi (e i non sguardi) che si richiamano a vicenda, la gentilezza che segue la gentilezza, la timidezza da entrambi i lati.
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